Si sa che la Londra vittoriana è una delle più affascinanti ambientazioni possibili e che l’interesse del lettore che ama questi scenari si triplica se nella storia fa la sua comparsa la Confraternita dei Preraffaeliti. Quando poi la protagonista del romanzo è una giovane donna dalla chioma rosso acceso, le cui aspirazioni e vicende ricordano molto quelle di Lizzie Siddal, il mix non può che essere riuscito.
“La Fabbrica delle Bambole” è innanzitutto la descrizione di un mondo in cui la modernità delle macchine industriali si intreccia con l’antico fascino di pizzi e corsetti, un mondo in cui affiora la scienza, ma è ancora incerta, perché annacquata da antiche superstizioni e da uno spiccato gusto per il macabro. Un mix che rende questa era storica una delle più interessanti e stimolanti in assoluto per chi ama le atmosfere cupe e romantiche.
Il romanzo narra quindi la storia di una donna che a dispetto della società in cui vive vuol far valere le proprie ambizioni, e nel vivere la sua avventura incontrerà sia l’amore, che l’orrore.
Libro davvero coinvolgente e ben scritto, che tocca una serie di temi cari a chi predilige le letture gotiche: serial killer, arte e romanticismo, tassidermia e dulcis in fundo un negozio di bambole (la fabbrica delle bambole, appunto) dall’atmosfera sinistra. Imperdibile.