“The Door to Doom”, l’attesissimo nuovo lavoro dei leggendari Candlemass, vede il ritorno, alla voce, del vocalist Johan Langquist, che tutti i fan ricorderanno nell’iconico album d’esordio della formazione svedese, “Epicus Doomicus Metallicus”, uno dei capisaldi del genere.
Va osservato come i Candlemass, la cui lunga carriera è sempre stata caratterizzata da frequenti cambi di formazione, siano sempre stati capaci di mantenere (tranne, forse, in qualche rarissima occasione) un alto livello di qualità nei propri lavori.
Dall’ormai lontano 2012 (anno di pubblicazione di “The Psalms of Death”) la band di Stoccolma non regalava al proprio pubblico un nuovo album, ma la lunga attesa si è rivelata proficua. “The Door to Doom” non delude in alcun modo le inevitabili aspettative che si creano quando si ha a che fare con una formazione dalla trentennale, gloriosa carriera come i Candlemass.
“The Door to Doom” si rivela un piacevolissimo ascolto: le otto tracce sono intrise delle atmosfere lente, cupe e ruvide che ci si aspetta di trovare in un album come questo, un buon disco che forse non sorprende, ma sicuramente non delude.
Spiccano tra le tracks l’epica “Splendor Demon Majesty” e l’inquietante “Astorolus: the Great Octopus”, in cui figura quale ospite nientemeno che il mitico Tony Iommi. Per quest’ultima traccia la band ha girato anche un morboso videoclip, che vede protagonista un misterioso e gigantesco kraken.
Una nota di merito va anche ai testi, i cui contenuti, piuttosto ermetici, spaziano dall’esoterismo alle sensazioni più tragiche e cupe (“Open the gates/Splendor Demon Majesty/Hear the doomsday bell/Grand wonderful fantasy/Oh, you wear the pall/Splendor Demon Majesty/You, you are my all/A celebration of sin You are”) passando (ovviamente!) per la solitudine e la morte (“Almost goodbye/On the Bridge of the blind/No sign of summer/On the other side”), il tutto in puro stile Candlemass.